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Descrizione

Vito Mancuso paragona l'uomo incapace di pensiero riflessivo a coloro che come disse Hanna Harendt non sono innamorati della bellezza, della giustizia, della sapienza. Quella che Platone descrive nel mito della caverna e Mancuso vede come l'uomo prigioniero al centro di una ragnatela di convenzioni, di tabù e pregiudizi. Incapaci di uscire dalla caverna o liberarsi della ragnatela. Una minorità che però lui non vede, ma visibile da chi sta fuori, che si è liberato. Quindi il problema è sempre quello che Socrate (raffigurato) aveva visto giusto, sono infatti passati 2500 anni circa, quando diceva:" l'ignoranza è il vero male dell'uomo, il bene la conoscenza che è l'umiltà di sapere di non sapere". Questa scultura nata da una mia idea e dalla motosega di Barba Brisiu vorrebbe proprio esprimere questo. Il pensatore che legge e riflette, illuminato dalla luce della conoscenza e riparato con l'ombrello dal bailamme delle banalità che gli piovono addosso da ogni parte. Alla base la caverna dalla quale è uscito con il coraggio della curiosità e della conoscenza grazie ai libri cui ha posto mano. Alla base ancora un fiore, metafora della natura che sempre risorge e dalla quale dipende.

Robbione E.



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