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Descrizione

La Cappella, dedicata in origine a S. Benedetto, è nominata espressamente la prima volta nel decreto del Vescovo di Asti del 28 luglio 1098 e poi nella bolla di papa Alessandro III del 7 dicembre del 1179 fra i possedimenti dell'Abbazia di S. Teofredo di Velay come dipendenza del Priorato di Bersezio. Altra bolla di Papa Clemente IV nel 1266-67 la ricorda nuovamente confermando i medesimi possessi.
Essa costituisce l'ultima testimonianza di un antico paese, la villa di S. Benedetto che nacque e si sviluppò nei pressi dell'attuale Cappella, al di là dello Stura in " .. un sito capace di una grossa terra, cui tuttavia chiamasi la Cittella....dove nulla più si vede che alcune rovine..." (Durandi - il Piemonte Cispadano Antico 1774), mentre il relativo Castello, Castrum Sancti Benedicti, si trovava in sinistra idrografica del Fiume Stura verso il Vallone dei Colli e costituiva in origine un "..monastero fortificato all'uso dei chiostri antichi, il quale apparteneva ai Benedettini e servì poscia di abitazione ai Viceconti di Auriate ..." (Casalis - Dizionario ...- 1842).
Il paese con il suo castello e le sue pertinenze dipesero in un primo tempo dai vescovi-conti di Torino e successivamente da feudatari vicini più potenti, primo fra tutti il Marchese di Saluzzo che a partire dal XII secolo infeudo' la Bassa Valle Stura tramite i castelli di Roccasparvera e di S. Benedetto imponendo propri castellani come Ardizzone di Roccasparvera nel 1163 e Giordano Catalano nel 1181.
Nel secolo XIV la villa di S. Benedetto decadde probabilmente a causa di eventi alluvionali del fiume Stura o per distruzioni legate all'invasione degli Armagnacchi provenienti dalla Francia (guerra dei cent'anni 1339 - 1453) e la stessa chiesa perse la propria importanza, pur essendo ancora ricordata nel Registrum torinese del 1386.
Essa tuttavia continuò a sussistere come un piccolo santuario, ed al primo titolare (S. Benedetto) ne fu aggiunto un secondo: S. Mehrbote o Memboto, prete benedettino vissuto nella Svizzera Tedesca nel XII secolo e attualmente venerato anche nella cittadina di Alberschwende dove fu martirizzato il 23 marzo del 1120.
Nei secoli successivi la chiesetta è ancora ricordata durante alcune visite pastorali: nel 1664 Mons. Michele Beyamo la visita e vi ricorda l'icona dove è dipinta la Madonna con i Santi Benedetto e Membotto.
Nel nostro secolo all'antica struttura venne aggiunto il portico antistante e fu rifatto il piccolo campanile a vela.
Attualmente la cura della Cappella è affidata ai Massari (tre uomini e tre donne) e ogni anno si celebra la festività religiosa di S. Membotto la prima domenica di settembre (in questi ultimissimi anni l'ultima di agosto) con processione con la statua del Santo da Moiola alla Cappella e successiva festa paesana nel concentrico.

a cura di: Gianluca Comba

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